Guido Monzino è stato un grande personaggio per la storia dell’Alpinismo italiano, la sua vita fu soprattutto dedicata ai grandi viaggi, alle spedizioni che lo portarono ad esplorare e raggiungere angoli difficili del nostro Pineta, luoghi che fanno parte dell’immaginario avventuroso di ciascuno di noi.
Guido Monzino il Signore del Polo Nord e di Villa Balbianello.
Ho conosciuto il personaggio di Guido Monzino nel 1996 quando ho iniziato a lavorare come guida turistica e le prime visite le ho svolte presso la splendida Villa Balbianello che grazie a lui nel 1974 ritornò a recuperare il suo splendore e a risplendere in tutta la sua bellezza ed unicità.
Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, ma in me è vivo il ricordo della “luce”, dell’orgoglio e dell’affetto con cui mi ha raccontato di lui Bruno Casagrande, che fu con tutta la sua famiglia, per molto tempo, custode della splendida dimora sul Lago. Ogni volta che sia lui che sua moglie ed i figli pronunciavano il nome di Guido Monzino i loro volti avevano un’espressione di gioia e rispetto verso quest’uomo che durante la sua vita realizzò grandi Viaggi, visse avventure in quasi tutto il globo terrestre, lavorò alla guida dell’azienda di famiglia (il gruppo della Standa) e fece importanti opere di beneficienza e solidarietà verso i Popoli meno fortunati del Mondo. Una loro frase mi è rimasta impressa, ed ancora oggi mi piace ripeterla quando porto i miei clienti in visita in questo luogo unico del Lago di Como: “ Per Monzino Villa Balbianello era più che una dimora, una Villa, per lui Balbianello era la sua ultima spedizione”, dopo tanti viaggi, scalate, il suo desiderio era quello di ridare alla Villa il suo antico splendore e farla divenire un luogo d’incontro per gli amanti del mondo dell’Alpinismo, delle montagne, delle spedizioni. Questo era per Monzino questo luogo speciale, dove amava circondarsi di poche persone, pochi ospiti ma di tanta pace e di tutta la bellezza della natura che lo circondava.
Guido Monzino incontrò il mondo della montagna quasi per caso a metà anni cinquanta quando totalmente digiuno di alpinismo, scalò il Cervino con la guida di Achille Compagnoni, protagonista con Lino Lacedelli della prima scalata del K2.L’incontro con il fascino delle montagne fu per lui una vera rivelazione che lo portò a rincorrere mete sempre più lontane, animato da uno spirito romantico di avventura e di conoscenza,e dal desiderio di inserirsi nel filone delle grandi spedizioni esplorative che a cavallo fra il XIX e il XX secolo erano state organizzate dal Duca degli Abruzzi che fu il suo modello ideale.
La prima spedizione organizzata da Guido Monzino, la traversata da Dakar, in Senegal, ad Abidjan in Costa d’Avorio, nel 1955, fu il trampolino di lancio per le 20 missioni che diresse nei vent’anni successivi. L’estate seguente iniziò la collaborazione con le guide di Valtournanche che lo seguirono poi in tutte le altre imprese, così come il Duca degli Abruzzi si era giovato quasi esclusivamente di guide di Courmayeur. Il connubio fra i collaboratori locali affiancati alle guide di Valtournenche divenne un tratto caratteristico delle sue imprese.
Il 19 Maggio 2016 sarà il 45° anniversario della spedizione al Polo Nord eseguita nel 1971. Guido Monzino , le guide della Val Tournanche Mirko Minuzzo e Rinaldo Carrel (due anni più tadi furono fra i primi italiani a toccare la vetta dell’Everest), il cileno Arturo Aranda vicecaposepdizione, i tecnici danesi e le 22 guide eschimesi raggiunsero i 90° di latitudine nord con i mezzi tradizionali delle slitte e dei cani. Fu la prima volta che la bandiera italiana venne issata al Polo Nord, dopo che il duca degli Abruzzi il 25 aprile 1900 aveva raggiunto gli 86° 43’ nord. Se si considerano solo le spedizioni con slitte trainate da cani, Guido Monzino fu preceduto unicamente dal gruppo guidato dall’inglese Wally Herbert, nel 1969.
Le slitte erano 23, ed erano delle vere e proprie “case viaggianti” trainate da 330 cani, per i quali erano state approvvigionate 25 tonnellate di pemmican, speciale impasto di carne e pesce in polvere. Il percorso fu lungo e difficile a causa della banchisa in continua trasformazione, in alcuni punti ricoperta di neve soffice ed in altri interrotta da canali, Monzino e i membri del suo team dovettero convivere con temperature freddissime anche inferiori a -45°. Il 19 maggio 1971 venne raggiunto il Polo Nord, ma il ritorno si presentò ancora più difficile per l’aumento della temperatura che rendeva sempre meno compatta la banchisa sul Mar Glaciale Artico e costringeva a superare ampi canali che si aprivano da ogni parte. Dopo 71 giorni e dopo avere percorso con le slitte circa 5000 km la spedizione si concluse il 20 giugno 1971.
Villa Balbianello ospita al suo piano superiore, il quinto aggiunto da Monzino, una sala speciale dedicata al Polo Nord ed ai suoi grandi viaggi. E’ interessante ed emozionante visitarla e trovarsi faccia faccia con i tanti cimeli, ricordi, fotografie, attrezzature legate a queste grandi imprese. Una sezione di questa sala museo è proprio dedicata alla spedizione al Polo Nord del 1971, suggestivo vedere la slitta originale usata da Monzino, la bandiera italiana issata all’arrivo al Polo, l’equipaggiamento da lui usato realizzato dagli eschimesi il giaccone di pelliccia di caribù e gli stivali di pelle di foca, la splendida e preziosa collezione di statuette inuit in dente di tricheco ed il sorprendente dente di narvalo… Tutto questo ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere importantissimi momenti, grandi spedizioni che hanno fatto una fetta della storia dell’alpinismo italiano. Non dimentichiamoci che nel 1973 fu proprio Guido Monzino ad organizzare e guidare la prima spedizione italiano sul “tetto del mondo”, l’Everest.
Il prossimo 19 Maggio, in occasione dell’importante anniversario del Polo Nord, Villa Balbianello ospiterà Arturo Aranda che fu vicecapo spedizione e ci sarà un’importante cerimonia in ricordo di questa grande impresa che vedrà anche la proiezione del filmato Polo Nord nella sala delle scuole elementari di Lenno. Un’occasione importante in cui ricordare un personaggio importante, la sua vita, le sue spedizioni.
Guido Monzino dai ghiacci del Polo al Lago di Como, alla sua amata Villa Balbianello dove lui ha desiderato di restare per sempre facendo seppellire le sue ceneri nella ghiacciaia situata nello splendido giardino a picco sul Lago, la ghiacciaia simbolo dei suo grandi Viaggi : la roccia dell’Everest ed i ghiacci del Polo Nord.
Una sola parola in conclusione: grazie Guido Monzino!
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