Carnevale è ufficialmente iniziato solo oggi, ma a Schignano,piccolo paese della Valle Intelvi, i preparativi per l’edizione 2016 hanno preso il via già nelle notte fra il 5 e 6 Gennaio, sfoceranno poi nelle sfilate e nei cortei da Domenica 31 Gennaio seguendo il rito romano.
Qui il Carnevale è da secoli un periodo di festa ed allegria molto sentito, nel passato segnava il momento di coloro che dovevano partire per i lontani luoghi di lavoro, per tornare solo verso la fine di novembre.
La manifestazione del carnevale si sviluppa secondo un modulo teatrale arcaico, quello della contrapposizione, tra i Bèi e i Brùt, i belli e i brutti. Il Bello chiamato mascarùn è il personaggio che attira l’attenzione dello spettatore con la sua superba voglia di esibire sé stesso, nello splendore del suo costume finemente confezionato, ed ornato di tutto punto con pizzi foulards, collane ed ori, il gran pancione chiamato bùtasc, composto da bellissime stoffe dai colori forti, ha in testa un cappello rivestito da fiori variamente colorati e completato dai bindèi un fascio di nastri colorati che si allungano sulla schiena, completa poi il tutto la maschera in legno con dolci e gentili lineamenti. Il bello vuole apparire ed ostentare la sua ricchezza ed a rafforzare il tutto contribuisce anche il suo signorile modo di muoversi tra la gente e di rapportarsi con le altre maschere, si pavoneggia, ad annunciare il suo arrivo e la sua presenza il suono delle quattro campane legate alla vita.
Rivale del bello è il Brut, il brutto. Personaggio sgraziato e povero il suo costume è fatto di stracci, vecchie scarpe e cappelli deformati, il suo pancione a differenza di quello del bello è cadente e deformato, il suo è un andare incostante alle volte stanco ed alle volte frenetico. La sua maschera lignea, sempre intarsiata a mano, ha lineamenti molto forti e marcati alle volte ne esalta le malformità con bocche storte, denti mancanti o nasi sproporzionati. Porta con sé oggetti: scope, gerle, alle volte l’abito è finito da pelli animali a sottolinearne ancor di più la miseria, ma l’oggetto più ricorrente è la valigia con dentro poche cose vecchie, stancamente e tristemente portata come quella dell’emigrante. Lo si sente arrivare al suono delle “cioche” campanacci mal suonanti fatti di ferraglia.
Tra questi due personaggi si pone la “ciocia”, un personaggio femminile ma interpretato da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno. E’ la sola maschera parlante del Carnevale, che inveisce contro il marito che la trascina, corteggiando altre donne, prendendola in giro.
Ed ancora i Sapeur con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, lunghi baffi , hanno una borraccia ed un’ ascia di legno, il sabato e il martedì grasso, aprono e sorvegliano il corteo dietro alla Sigurtà, maschera che invece rappresenta l’autorità e porta un cappello militare, una mantella con una fascia recante la scritta “sigurtà”.
Il Carnevale comincia ancor prima dell’alba , il Bel con la lanterna gira le vie del paese qu annunciandolo. Nel primo pomeriggio poi gli abitanti si ritrovano tutti in piazza San Giovanni dove è appeso seduto su una sedia il “Carlisep”, questo fantoccio è la personificazione del carnevale, la sua maschera è quella di un brutto, e da qui inizia il singolare corteo che assume i caratteri degni dell’antica tradizione della Commedia dell’Arte. A far compagnia alle tante maschere c’è la fughèta”, un gruppo di sei o sette strumenti a fiato che con la loro musica riscaldano il clima.
Non c’è un perché uno Schignanese scelga di interpretare una maschera piuttosto che un’altra, sembra essere una cosa già insita in loro, certo è che il Carnevale è da sempre una parte importante di ogni abitante del paese intelvese!
Le fotografie presenti sono di: 01 Laghi d’Italia.net 02 Associazione Carnevale di Schignano 03 Como-Lugano Lakes